appena nato dalla parte di sotto, questo blog è un inno alla parte sbagliata. quella che riguarda un po' tutti, bene o male. ma senza pretese

sabato 17 maggio 2008

Rom, città chiusa

I film di Kusturica sono favole colorate in movimento, storie di umanità grezza portate ai nostri occhi come un ricordo di realtà che non avremmo mai creduto potesse raggiungerci. Parlo del punto di vista di chi, come me, è abituato a vivere in un luogo "moderno", "pulito", "civilizzato", in una parola "occidentale". Nei film di Kusturica si crea una vera e propria confluenza tra l'oriente europeo dei popoli gitani e l'occidente. I personaggi sono ritratti nel loro mondo, spesso mischiato alle contaminazioni provenienti dall'esterno delle loro "riserve". Così, nelle baracche, ai bordi dell'immenso Danubio marrone, sulle strade polverose dove corrono branchi di oche e maiali divorano carcasse d'auto abbandonate, in questo spaccato di realtà che a noi, plebe d'occidente, può anche sembrare immaginaria, fanno irruzione i soldi, i trafficanti di droga, i venditori di vergini per matrimoni d'affari; e i violinisti liberi, gli stessi che nelle città nostre riempiono vagoni sotterranei, se ne stanno in disparte, nelle loro riserve, lasciando aperto lo spazio a tutte queste contaminazioni, lasciando libero il nostro più gretto occidente di venirsi a prendere un pezzo del loro Danubio. Tutto ciò mi sovviene per simpatia e gusto verso il cinema di Emir e anche per disprezzo verso i discorsi vuoti portati alle bocche di chi non sa andare oltre il proprio egoismo, in queste giornate tristi, umide e italiote che ci intasano il mondo.

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