appena nato dalla parte di sotto, questo blog è un inno alla parte sbagliata. quella che riguarda un po' tutti, bene o male. ma senza pretese

martedì 6 maggio 2008

Il Palio

Era il 1990, le medie appena finite, notti magiche dentro le radio e negli stadi, nelle città e nei piccoli borghi della provincia italiana, quella dei bar che sulla scia degli '80 si portavano ancora dietro le briscole e le sedie colorate di plastica, in finto vimini. Anche lassù, fra le colline, nel bel mezzo delle Prealpi, proprio là c'era un paese in festa, dove le sedie gialle erano al "Pupulin" e il grande Peppo in piedi fra i tavoli, dove ancora si caricava a bastoni, a servire spume e a schiacciarmi occhiolini quando di frodo allungavo una mano tra i ghiaccioli alla menta.
Quel pomeriggio, mi aveva detto che un altr'anno ce l'avrei fatta senza discussioni a tagliare il traguardo per primo. E forse il vecchio Peppo esagerava o non aveva il senso della misura, questo sì e me ne accorsi quando più avanti morì di diabete, tanto che me ne occorsero altri tre di anni per vincere la "maratona". Non era New York, non era nemmeno la Strà Milano. Ma per un ragazzino dei Martitt portare la bandiera giallo-verde alta nel vento per tutta la salita finale e strappare scrosci di applausi e vincerla quella bestia di maratona del Palio, beh, valeva in pieno come alzare la coppa del mondo.
Eppure era ancora il '90 e quella vittoria un mio ambizioso pensiero, e quella sera la piazzetta si riempì in un attimo come ogni volta. Perchè in quei giorni a Gemonio non erano i mondiali a riempire le vie, ancora acerbi ai primi di giugno, quando l'Italia se la vedeva con l'Austria e Baggio e Schillaci erano in fase di riscaldamento. C'era un paese lassù e proprio lì passava una festa diversa, paesana, pura e multicolore, una festa a quattro condivisa per quindici giorni da centinaia di persone. Questo era il Palio. E tra le vie bardate del mio paese, si allungavano striscioni-gonfaloni-bandiere dei quattro rioni. E “giù al campo”, durante le gare, c’erano trombe da stadio - lo giuro - e coriandoli fatti con i pezzi di giornale, come a San Siro o al Comunale. Come sempre si terminò nel tripudio, non ricordo bene neanche se fossimo noi, quelli della "biscia", i vincitori, o forse i rivali di sempre, San Pietro o la Piazza o l'inesperta che sarebbe diventata regina negli anni a venire, la Mirabella. E in piazzetta Martitt si festeggiava ancora come lo si era fatto per tutti gli '80. E c'erano tutti, ragazzini già brilli, uomini e donne ai tavoli a tagliare torte enormi e a stappare bottiglie, Spumador e spumanti a colmare le coppe d'ottone fresche di premiazione.
L'ultima sera del Palio è rimasta incastrata nei miei ricordi e quando la trovo mi viene sempre voglia di ripescarne un dettaglio, un tragicomico particolare. Come quello di Gianluca R, al secolo Sampei, colto dal sonno sul muretto di Via Trento e recuperato dai passanti la mattina dopo; o come il bagno in mutande nella fontana di Cosimo P detto Cocò; o le spedizioni festose della carovana dei vincitori nei cortili avversari a suon di claxon e bevute, in barba all’età scolare.
Questo e altro era il Palio. Questo e altro la sua ultima sera, che si sarebbe poi ripetuta. Ma forse l’età o gli esplosivi novanta se la sarebbero portata via, ma non per sempre.
Chiudo gli occhi e ci penso.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Potrei anche ricordarti quell'uovo lanciato sulla vetrata dell'attuale vicesindaco. O il giro del paese sul taxi inglese del mio vicino di casa. Ma farò di più: quando lo trovo ti mando il pezzo sul palio che avevo scritto qualche anno fa. E ti ricordo che alla fine di quella maratona ero lì a portarti in trionfo
:-)
franz - curva Odino

Anonimo ha detto...

Certo che mi ricordo, come quella volta che mi tirasti una secchiata d'acqua rinfrescante al GPM della cronoscalata. Fantastico!

Anonimo ha detto...

Ciò che manca di più a me è il divertimento che c'era intorno al palio. Io ricordo la curva dei martitt, sotto la casa del vicesindaco. Partivamo dalla galizia con plaid, bandieroni, pronti a fare il tifo per il nostro rione. Capitano della curva era la sig.ra Ines, scomparsa l'anno scorso...è difficile sostituire la sua voce, la sua grinta, ma bisogna andare avanti...e noi ci stiamo provando. Credo siamo l'unico rione a tenerci ancora così tanto, ma non solo a livello di gioco, ma proprio a livello di stare insieme...abbiamo addobbato le nostre strade, abbiamo fatto le nuove bandiere e nelle sere del palio siamo l'unico rione riunito tutto nello stesso punto,la nuova curva capitanata dalla famiglia g., sulla staccionata posta all'ingresso del parco...e stiamo già attivandoci per la festa finale, comunque vada!
p.s.: quel famoso lancio dell'uovo...uno dei concorrenti ero io!

paoloblog ha detto...

paola, mi sa che eravamo in coppia! e abbiamo stravinto ehehe
p

Anonimo ha detto...

li abbiamo massacrati! non lo fanno più quel gioco...ma non sei in giro in queste sere?

paoloblog ha detto...

sì un giretto lo farò, ma non mi convincerete a giocare a meno che non ci siano gli scacchi o subbuteo ;-) tu fai qualcosa? mi ha detto franz che siamo partiti bene!

Anonimo ha detto...

non vuoi neanche fare una bella finale a calcetto? saresti la nostra arma vincente...o una corsa con le botti...
no, quest'anno sciopero...avrei dovuto fare il tiro dei gavettoni ma ho un problema a un gomito e quindi meglio evitare.
Siamo partiti molto bene con le squadre, quest'anno fanno eliminazione diretta e ci siamo guadagnati la finale di pallavolo (anche se a un certo punto si perdeva 23 a 13...), di basket, di bocce, calcio u15 (dove ci siamo giocati il giolli) e calcio o16 (dove potresti giocare!)...

paoloblog ha detto...

farà ridere, ma l'altra sera mi sono bloccato con la schiena e mi sto appena riprendendo. non posso neanche immaginare di mettermi a correre :-/ magari l'anno prossimo. Ciao!
Paolo

Anonimo ha detto...

brutta cosa l'età :)
ciao ciao!

Anonimo ha detto...

Come siete carini :-)

Anonimo ha detto...

non fare il gelosone :)